giovedì 4 agosto 2011

Prestipino: "C'è una Calabria straordinaria che non si vede. E' nelle scuole"

La cronaca della presentazione a Stefanaconi del libro La Calabria sottosopra.


Un’analisi lucida e penetrante, un libro che non fa sconti alla Calabria né ai calabresi. Un’inchiesta a 360 gradi sui mali di una regione in balìa delle pressioni del malaffare, incapace di risollevarsi anche a causa della mancanza di una classe dirigente autorevole. Un’opera che, tuttavia, prova a fissare, in un quadro non del tutto desolante, i punti fermi sui quali la Calabria può far leva per avviare un nuovo percorso di crescita. È “La Calabria sottosopra”, ultima fatica del giornalista messinese de il Sole 24 Ore, Nino Amadore, volume che è stato presentato a Stefanaconi in un evento realizzato in collaborazione tra la Pro loco e l’associazione Io resto in Calabria.

martedì 2 agosto 2011

La resistenza della Calabria che vuole rimanere sottosopra

A volte mi auguro di avere torto. Mi è capitato in questi giorni, in giro per la Calabria:  ho sperato tanto di avere torto. Ho cercato di cogliere le novità per ribaltare il mio punto di vista. E invece no: a distanza di mesi dalla pubblicazione questa inchiesta sulla Calabria, su questa regione che sembra in preda a una dannata maledizione, resta drammaticamente attuale. Le analisi, i fatti, le connessioni, la pervasività della zona grigia, l'atteggiamento criminogeno delle classi dirigenti, l'ineffabile ambiguità di certe manifestazioni culturali che inneggiano alla legalità ma esistono per preservare il passato e garantire un futuro senza cambiamenti. La Calabria che stenta a cambiare  e ti lascia morire di solitudine, ti emargina, ti respinge bollandoti come straniero, come corpo estraneo che disturba. Lo fa con imprenditori coraggiosi e coerenti come Pippo Callipo invitandolo a lasciare  Reggio Calabria dove all'interno di Confindustria sta portando avanti un coraggioso progetto di bonifica culturale e ambientale, isolandolo dove è possibile; lo fa bollando magistrati coraggiosi come Giuseppe Pignatone e Michele Prestipino e gli altri accusandoli di essere "terribili colonizzatori"  e spargendo a piene mani bugie approfittando del venticello della calunnia che si diffonde veloce. La Calabria delle classi dirigenti contaminate pensa di lavarsi la coscienza costituendo qualche associazione antiracket, come avviene a Reggio Calabria dove, racconta Michele Prestipino, "sono tante le asociazioni antiracket ma di denunce non ne arivano".