giovedì 15 settembre 2011

'Ndrangheta. Pignatone: a Reggio Calabria va di scena la strategia della confusione

dal Quotidiano della Calabria
REGGIO CALABRIA – Da un 2010 da paladini della giustizia a un 2011 da “manovratori” della giustizia. Dalle stelle alla polvere, o meglio al fango. Fino a quando la Procura di Reggio Calabria, guidata da Giuseppe Pignatone, ha preso provvedimenti nei confronti di malavitosi ha incassato il plauso unanime di tutti. Poi quando l'azione dei magistrati ha investito organi dello Stato e professionisti le cose sono misteriosamente cambiate. Tutto in meno di un anno. Dopo la pausa estiva la Procura si rituffa nel mare magnum di carte. Il rientro è diverso da quello dello scorso anno. Era l'anno delle minacce: la bomba alla Procura generale del 3 gennaio, al termine dell'estate, il 26agosto,l'esplosione dell'ordigno davanti al portone d'ingresso dell'abitazione del procuratore Salvatore Di Landro, il 5 ottobre il bazooka fatto ritrovare nei pressi della Procura e “indiriz zato” a Pignatone. Sono questi i casi più eclatanti. Da non trascurare comunque altri episodi. Dopo la visita del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, del 21 gennaio avvenne il ritrovamento lungo il percorso di un'autovettura imbottita di armi e ordigni. E poi altre intimidazioni ai magistrati reggini. Episodiche si riassumono in un'unica frase: la ‘ndrangheta aveva reagito all'assalto massiccio dello Stato.