venerdì 22 ottobre 2010

Mercoledì Consiglio nazionale dell'Anci a Lamezia per ribadire l'impegno antimafia degli amministratori locali

''Mercoledì 27 ottobre il Consiglio nazionale dell'Associazione dei comuni si riunirà in Calabria, a Lamezia Terme, dando così un segnale di grande attenzione e di vicinanza agli amministratori locali esposti per il loro impegno pubblico alla sfida della criminalità organizzata. Lo annuncia il presidente di Anci Calabria, Salvatore Perugini, vice-presidente nazionale dell'associazione e sindaco di Cosenza. "Tutti i sindaci e gli amministratori calabresi - aggiunge Perugini - sono invitati ad essere presenti ai lavori dell'incontro, convocato per le ore 11 nella sede del Municipio di Lamezia con all'ordine del giorno il tema ''Sicurezza e legalita': i Comuni in prima linea".Al Consiglio nazionale, presieduto dal sindaco di Roma Gianni Alemanno, parteciperà il presidente dell'Anci Sergio Chiamparino, sindaco di Torino.

giovedì 21 ottobre 2010

Pignatone a Radio24: "Forti i vincoli tra cosche"

«Il successo del risultato strategico dell'operazione Crimine iniziata il 13 luglio a Reggio Calabria e che ha coinvolto il nord, Milano e Torino, è stato quello di comprendere il fenomeno di parentela e di internazionalizzazione». Lo ha detto il procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone, ai microfoni di Radio24 intervistato da Daniele Biacchessi.

L'appello di un cronista: "I giornalisti calabresi? Grazie, ma difendiamoli ogni giorno"

di Mario Meliadò
Il Caffé di Meliadò

Ieri sera, quando ho visto il titolo di “prima” scelto da Antonio Padellaro per l’edizione odierna del “Fatto Quotidiano”, mi sono sentito contento e depresso in una botta sola.
Contento, perché finalmente su 20 regioni d’Italia la Calabria acquisiva non diciamo un ventesimo (magari!), ma almeno un centocinquantesimo di spazio rispetto agli eventi che concernono il suo territorio e la sua gente. Depresso, anzi iper-depresso, perché invece di parlare del porto di Gioia Tauro (e sì che è il più importante del Mediterraneo, in fatto di transhipment) o delle questioni sociali ‘quotidiane’ (basti pensare agli enormi tagli nella scuola: un autentico dramma calabrese, all’interno del più noto e ampio dramma nazionale) lo spazio, la visibilità erano – purtroppo - ‘doverosamente’ riservati alle storie di 8 colleghi giornalisti minacciati dalla ‘ndrangheta, come usa qui da noi…, soprattutto per aver osato esplorare la strada delle connessioni mafia-politica.

A Reggio aria di svolta nella lotta contro la 'ndrangheta

di Ezio De Domenico (ANSA)
A Reggio Calabria si respira sempre piu' aria di svolta nella lotta contro la 'ndrangheta. Lo dimostrano le indagini sugli attentati ai magistrati e le rivelazioni sul punto di Antonino Lo Giudice, il boss pentito della 'ndrangheta che si e' autoaccusato dell'organizzazione delle intimidazioni. Oggi l'attivita' investigativa ha segnato un altro momento determinante con l'arresto di Antonio Cortese, 48 anni, indicato da Nino Lo Giudice come l'esecutore materiale delle intimidazioni ai danni dei magistrati reggini. Dall'attentato del 3 gennaio contro la Procura generale a quello contro l'abitazione del procuratore generale Salvatore Di Landro del 26 agosto.

mercoledì 20 ottobre 2010

Angela Napoli: quello di Lo Giudice è uno strano pentimento

C'è qualcosa di inquietante nelle parole pronunciate oggi da Angela Napoli, battagliera esponente (e deputato) di Futuro e libertà, la formazione di centrodestra che si riconosce nelle posizioni del presidente della Camera Gianfranco Fini.  Angela Napoli ha ritenuto di dover commentare l'arresto di Antonio Cortese accusato di essere l'uomo che ha messo le bombe prima davanti alla procura generale di Reggio Calabria e poi di fronte all'abitazione del mprocuratore generale reggino Di Landro, oltre ad aver piazzato il bazzooka destinato al procuratore Giuseppe Pignatone davanti alla sede della direzione distrettuale antimafia del capoluogo calabrese. Ma le parole della parlamentare invece di sgombrare il campo a sospetti e illazioni (come è suo solito fare) potrebbero alimentare un clima torbido in un contesto, quello reggino, già opaco per le incrostazioni mafiose che si sono sedimentate nel corso del tempo.

martedì 19 ottobre 2010

La Calabria sottosopra: il comunicato stampa

«La ’ndrangheta è viva e marcia insieme a noi». La frase era su uno striscione portato da una ragazza quindicenne nella marcia contro la ‘ndrangheta sabato 25 settembre a Regggio Calabria Uno slogan che riassume completamente la situazione della Calabria di oggi e che Nino Amadore, giornalista del Sole 24Ore che da anni segue quella regione per le pagine locali del suo giornale, prova a indagare nel libro in uscita per i tipi della casa editrice Rubbettino di Soveria Mannelli (Catanzaro) che appunto si intitola “La Calabria sottosopra” (115 pagine, 12 euro).  Il volume,in libreria domani, è un’inchiesta sulla contaminazione culturale che la ‘ndrangheta ha saputo organizzare, permeando con i suoi uomini tutto ciò che era possibile permeare.

Un blog sulla Calabria sottosopra

Cari amici da stasera comincio a postare da questo blog e abbandonerò per un po' di tempo il mio blog solito http://www.cinquelire.info/. Lo faccio perché credo sia possibile aprire un dibattito attorno al libro che ho scritto. Che non è solo un libro sulla 'ndrangheta considerato che è soprattutto un libro sulla Calabria e i calabresi.  Vi chiedo di darmi suggerimenti, spunti, consigli. Di aiutarmi a capire meglio. Di contribuire ad animare un dibattito su una regione che troppo spesso viene dimenticata e torna  a essere ricordata solo per fatti spiacevoli. La Calabria è una terra meravigliosa, abitata da persone perbene. ma è anche una terra che ha smarrito la bussola, che non trova più la strada per crescere.

Libertà di stampa e libertà di fandonie nella Calabria di oggi: il caso Musolino

Ho riflettuto parecchio sul licenziamento del collega Lucio Musolino da parte di Calabria Ora. E soprattutto ho riflettuto parecchio sulle parole di Piero Sansonetti che alla direzione di Calabria Ora è stato chiamato nel tentativo di rilanciare quel giornale. Dice Sansonetti: "Gli editori hanno deciso di licenziarlo". Lui lo aveva intanto querelato. Nell'un caso come nell'altro la questione che ritengo importante, di fronte a un cronista che si è occupato di 'ndrangheta e che è stato minacciato, è una e semplice: passerà il messaggio che a occuparsi di criminalità organizzata in quella regione si perde il lavoro, il pane, ci si mette nei guai. Insomma che è meglio essere alleati della 'ndrangheta piuttosto che suoi avversari.

La Calabria sottosopra

di Romano Pitaro
C’è la mafia? Che stupida domanda, in Calabria  (quasi) tutto è  mafia.  Anche la parola e il pensiero sono contagiate dalle ‘ndrine.  Popolari, come nient’altro, perché parlano il dialetto, l’italiano  e l’inglese. Cioè il passato, il presente ed il futuro.
Se ci aggiungi l’ampia impren ditoria di rapina (la ricostruzione delle furbizie, cadute di stile e leggerezze   di  molti  tycoon calabresi di successo  è acuta e  minuziosa); l’inevitabile riferimento alla “sovranità limitata”; il coagulo di politicume  immorale  che si spande, spavaldo e sempre (ma come fanno?)    a cavallo,   dal Pollino all’Aspromonte;  la poca virtù civica dei “cavuz zielli calavrisi” (così li apostrofava Ferdinando II che non li amava)  e, per finire,  tutto il corollario di  accuse, congetture  e terribili colle gamenti politica/burocrazia/mafia/imprenditoria   che trabocca dalle decine di intrepide inchieste giudi ziarie, il piatto  è bell’e servito.