venerdì 30 dicembre 2011

Il pm Facciolla: “A Cosenza tutti pagano il pizzo e nessuno denuncia”


di Mario Cribari e Francesco Ferro per Calabria Ora
Eugenio Facciolla ha due espressioni: col sorriso o senza. Il tono di voce, invece, è sempre lo stesso, quasi baritonale. Un bel calabrese insomma. Magistrato di lungo corso, pur se ancora giovanissimo, negli ultimi 15 anni ha istruito le più importanti inchieste giudiziarie, anti-mafia e non, del Cosentino; prima nelle vesti di pm della Dda catanzarese, poi come sostituto della Procura di Paola. Attualmente, ricopre il ruolo di sostituto procuratore della Corte d'appello di Catanzaro. Lo incontriamo proprio a Cosenza, la sua città, in occasione di un convegno sulla legalità a cui parteciperà come relatore. Un'occasione propizia per commentare con lui i recenti scossoni giudi-ziari che hanno interessato la Calabria e che hanno messo in luce profonde connivenze tra criminalità organizzata, politica e istituzioni. 

'Ndrangheta: ruolo sempre più attivo di mogli, mamme e sorelle dei boss

REGGIO CALABRIA Una 'ndrangheta sempre più ramificata nelle regioni del nord dell'Italia con una capacità sempre più forte di infiltrarsi nella politica e negli affari; il ruolo delle donne nella gestione delle cosche e una nuova stagione di pentiti. Sono questi alcuni degli elementi emersi nel corso del 2011 sul fronte della 'ndrangheta in Calabria e nelle sue proiezioni in altre regioni italiane. Numerose inchieste condotte in Lombardia, Piemonte e Liguria hanno dimostrato come con il passare degli anni gli esponenti delle cosche calabresi che si sono trapiantati al Nord hanno costituito dei "locali" riuscendo a gestire pacchetti di voti, appalti pubblici ed esercizi commerciali, influenzare la vita pubblica. Ma l'inchiesta che sicuramente ha suscitato maggiore scalpore è stata l'ultima, quella condotta dalla Dda di Milano che ha portato all'arresto del consigliere regionale della Calabria Francesco Morelli, del giudice Vincenzo Giglio e dei presunti boss della cosca Valle-Lampada.